Isolata per la prima volta a Pavia nel 1935 da Vittorio Erspamer, la serotonina è una molecola largamente diffusa nel nostro organismo, capace di svolgere la sua azione sia nel sistema nervoso centrale sia a livello periferico.
Essa è generalmente conosciuta come “la molecola della felicità” per la sua capacità di migliorare il tono dell’umore, inducendo un senso di contentezza e benessere, ma è anche coinvolta nella regolazione di diverse funzioni fisiologiche come il sonno, l’alimentazione e il comportamento sessuale.
Fin dalle primissime fasi della vita, inoltre, la serotonina partecipa attivamente al nostro sviluppo. Infatti, la maturazione del sistema nervoso centrale e la formazione di nuovi collegamenti tra neuroni avvengono anche grazie alla sua azione trofica.
Proprio a causa del suo ruolo critico durante la crescita e nella vita adulta, disequilibri nella trasmissione e nella funzionalità del neurotrasmettitore sono associati allo sviluppo di numerosi stati psico-patologici come depressione e ansia, ma anche ad alcuni comportamenti come impulsività, aggressività, abuso di sostanze stupefacenti e pensieri suicidari.
L’alterata funzionalità del sistema serotoninergico può essere dovuta a una predisposizione genetica. Infatti, sono stati identificati polimorfismi a carico del gene per il trasportatore della serotonina (SERT) e di quelli che codificano per l’enzima triptofano idrossilasi I (TPH1) e II (TPH2), responsabili della produzione di serotonina rispettivamente alla periferia e nel cervello. In clinica, la presenza di tali mutazioni è associata a un’aumentata probabilità di sviluppare disturbi depressivi e altre malattie psichiatriche nel corso della vita.
È quindi importante capire come queste alterazioni nel sistema serotoninergico siano in grado di portare alla manifestazione di queste patologie, ormai diffusissime in tutto il mondo.
Per questo motivo, uno dei progetti su cui focalizzerò la mia ricerca durante il periodo di dottorato, che sto svolgendo presso il laboratorio di neuropsicofarmacologia e psichiatria molecolare del Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari (DiSFeB), riguarda lo studio di come il malfunzionamento del sistema serotoninergico possa essere alla base dei diversi stati patologici. Inoltre, comprendere come la serotonina influenza le funzioni cerebrali, può essere utile per far luce su nuovi meccanismi che possono essere target per più specifici ed efficaci trattamenti farmacologici per la cura delle malattie psichiatriche.
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