Ciao a tutti, sono Marta Gazzotti; dopo la laurea in Chimica e tecnologia farmaceutiche e un periodo di lavoro in azienda farmaceutica, ho deciso di tornare in università per intraprendere il percorso di dottorato in Scienze farmacologiche biomolecolari, sperimentali e cliniche presso l’Università degli Studi di Milano. Attualmente svolgo la mia attività di ricerca presso il SEFAP (Servizio di epidemiologia e farmacologia preventiva), diretto da Alberico Catapano.
Il mio progetto di ricerca si inserisce all’interno del network italiano delle dislipidemie genetiche LIPIGEN (LIpid transPort disorders Italian GEnetic Network), promosso dalla Fondazione della Società Italiana per lo Studio dell’Aterosclerosi (SISA). Lo studio di cui mi occupo è uno studio osservazionale, quindi uno studio dove lo sperimentatore si limita ad osservare e registrare gli eventi, senza introdurre nuovi fattori, come ad esempio un farmaco. Il progetto coinvolge diversi centri italiani con provata esperienza nella gestione clinica di pazienti affetti da dislipidemie, su base genetica.
Durante questo primo anno di dottorato, mi sto focalizzando sull’ipercolesterolemia familiare (in inglese abbreviata come FH, Familial Hypercholesterolaemia), la più comune tra le dislipidemie genetiche, causata da alterazioni di geni coinvolti nel metabolismo del colesterolo LDL (c-LDL). Queste mutazioni aumentano la concentrazione di colesterolo nel sangue fin dalla nascita. Le prime conseguenze di questo aumento sono l’accumulo di LDL in diversi tessuti come cute, tendini e arterie, producendo lesioni caratteristiche della malattia quali xantomi (noduli di colore giallastro localizzati a livello delle nocche delle mani e sul tendine di Achille), xantelasmi (depositi di colesterolo giallastro sulle palpebre) e arco corneale in giovane età (depositi di grasso intorno all’iride). La conseguenza più grave, tuttavia, è la formazione di placche ateromatose a livello delle pareti vascolari, con aumento del rischio di insorgenza di gravi malattie cardiovascolari già in età precoce.
Sebbene sia ormai noto da tempo come una diagnosi precoce di questa malattia e l’inizio di trattamento farmacologico fin dalla giovane età siano fondamentali per ridurre il rischio cardiovascolare e una conseguente morte prematura, questa patologia rimane ancora sottodiagnosticata e sottotrattata.
Attraverso lo studio LIPIGEN, vogliamo perciò promuovere l’identificazione di pazienti con dislipidemie genetiche sul territorio italiano e facilitarne la diagnosi clinica e genetico-molecolare, non sempre facile poiché la variabilità genetica che sta alla base di questa malattia determina anche una notevole variabilità fenotipica. In altre parole, non solo i segni caratteristici possono essere assenti (specie nei soggetti più giovani), ma anche i livelli di c-LDL possono essere estremamente differenti tra i soggetti affetti, poiché diverse mutazioni possono comportare diversi gradi di riduzione del catabolismo delle LDL.
Inoltre, avvalendoci della stretta interazione ed esperienza dei centri clinici specialistici coinvolti, altri obbiettivi raggiungibili con lo studio LIPIGEN saranno anche volti ad aumentare la consapevolezza e la cultura dei medici e dei pazienti nell’ambito delle dislipidemie genetiche, la creazione di un database nazionale e l’incremento della ricerca consorziata nel campo delle dislipidemie genetiche sia a livello italiano che a livello internazionale, contribuendo al progetto FH Studies Collaboration promosso dall’European Atherosclerosis Society per la creazione del primo registro FH globale.
L’analisi dei dati che verranno raccolti permetterà di approfondire la storia naturale della malattia nella vita reale e le conoscenze riguardanti l’eziologia di questa condizione. Inoltre l’identificazione di fattori che possono influenzare la prognosi, potrebbe fornire importanti indicazioni per intraprendere interventi sanitari precoci, mirati.
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