L’apparato circolatorio o cardiovascolare del nostro organismo è un perfetto sistema idraulico, in cui i vasi sanguigni sono i tubi e il cuore la pompa che permette al sangue di circolare.
Avete mai avuto a che fare con tubi otturati? Il fluido non scorre creando non pochi problemi; allo stesso modo è essenziale che le nostre vene e arterie rimangano pulite, che non ci siano depositi (placche aterosclerotiche) o restringimenti (inspessimento della parete dei vasi) o occlusioni (trombi) che impediscano al sangue di circolare correttamente.
Le arterie, in seguito ad eventi fisiopatologici, subiscono un processo chiamato rimodellamento vascolare. La parete dei vasi è costituita da strati di cellule e matrice cellulare che rispondono alle variazioni del flusso sanguigno dilatando o restringendo il calibro (lume) in risposta a variazioni di pressione, stress meccanici e lesioni. Il rimodellamento vascolare sta alla base dell’insorgenza di patologie quali ipertensione, aterosclerosi e stenosi, causa di sofferenza cardiaca e infarto.
Durante il dottorato, nel laboratorio di immunologia e genomica del Centro Cardiologico Monzino, mi sono occupata di identificare e caratterizzare il ruolo del sistema melanocortinico nel rimodellamento vascolare. Questo è un sistema ormonale conservato in tutti i vertebrati nel corso dell’evoluzione. Gli ormoni melanocortinici, prodotti principalmente dal cervello, controllano diversi processi: il metabolismo energetico, l’infiammazione e alcune funzioni cardiovascolari.
Studi precedenti hanno dimostrato che, a livello periferico, i recettori per gli ormoni melanocortinici sono presenti sulle cellule endoteliali dei capillari e l’attivazione di questi recettori ha effetti locali antinfiammatori. Inoltre, il recettore 1 delle melanocortine, espresso sull’endotelio, controlla il tono vasale e, in un modello di aterosclerosi, riduce l’infiammazione a livello della placca e controlla la disfunzione vascolare. Da qui abbiamo ipotizzato che, anche nelle arterie umane ci potessero essere recettori delle melanocortine e che l’attivazione di questi ultimi potesse avere effetti sul rimodellamento vascolare.
I dati ottenuti sono incoraggianti, le arterie umane esprimono recettori melanocortinici sia sull’endotelio, lo strato cellulare più a diretto contatto con il sangue, sia sulle cellule muscolari lisce, che si occupano di controllare il tono vasale e svolgono funzioni essenziali durante il rimodellamento vascolare. L’inspessimento dei vasi è dovuto al fatto che, in seguito ad una lesione o a uno stress meccanico, queste cellule muscolari migrano dalla loro posizione normale, si localizzano appena sotto l’endotelio, e proliferano generando un nuovo strato di cellule che riduce il lume del vaso. L’attivazione dei recettori melanocortinici sembra avere più di un effetto positivo: abbiamo visto che le melanocortine riducono la migrazione e la proliferazione delle cellule muscolari lisce e contemporaneamente aumentano la migrazione delle cellule endoteliali, evento essenziale per la chiusura delle lesioni nei vasi.
Fare ricerca parte dall’esigenza e dalla voglia di rispondere a domande che cercano una risposta. Fare esperimenti non significa che tutto vada sempre bene come hai pensato o come hai immaginato. A volte i risultati sono imprevedibili e soltanto con pazienza, precisione e costanza si riesce, alla fine, a ottenere buoni risutati. Fare un dottorato di ricerca ha significato per me aggiungere un piccolo tassello a quello che si sa della meravigliosa macchina che è il corpo umano. Per fare il ricercatore bisogna essere una persona curiosa, perché è proprio la curiosità il motore che muove la conoscenza.
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