Farsi da sé, non dipendere da nessuno: un proposito orgoglioso. Ma anche la scelta migliore? La biologia risponde di no. Gli organismi unicellulari fanno tutto da sé, ma questo loro tutto non riesce neppure ad avvicinare la complessità di quanto fatto dagli organismi pluricellulari, in cui vigono la diversificazione delle strutture e la suddivisione dei compiti tra diversi tessuti, organi, sistemi. I vegetali si fanno da sé partendo da poco più che aria (anidride carbonica) e luce; gli animali hanno capacità di sinterizzare/trasformare molecole organiche infinitamente minori rispetto ai vegetali ma se la cavano benissimo procurandosi quanto loro serve attraverso l’alimentazione.
Comportamenti complessi, che mettono in relazione con l’ambiente, superano l’autarchia ed i suoi limiti. Più di altre specie, Homo sapiens ha imparato non solo a mettersi in relazione con l’ambiente ma anche a modificarlo, addomesticando specie vegetali ed animali e così inventando agricoltura e pastorizia: una dipendenza che è diventata interdipendenza. A differenza di altri animali, Homo sapiens sa fare per istinto ben poche cose: deve imparare tutto il resto da altri Homo sapiens; nasce con un cervello vuoto di informazioni, con un cervello fatto per essere riempito di informazioni – esattamente come uno stomaco vuoto è fatto per essere riempito di cibo. I nuovi nati di Homo sapiens sono totalmente inetti, impiegano lunghi anni per completare l’accrescimento del corpo – saldatura delle metafisi e diritto di voto arrivano insieme; per lunghi anni continuano quindi ad avere bisogno del sostegno di altri Homo sapiens, con cui condividono molti ovvero pochi geni (parenti vs non parenti). Di imparare, di riempirsi di sempre nuove informazioni, gli Homo sapiens non smettono mai, finché regge la salute: γηράσκω δ’ αἰεὶ πολλά διδασκόμενος, invecchio imparando molte cose, come scriveva Solone. Con le ultime considerazioni stiamo allontanandoci dalla biologia per entrare nell’etologia, e l’ultimo passo è quello di arrivare alla sociologia. L’organizzazione della società ripete lo schema che regola l’organizzazione di un organismo: grandi risultati sono raggiunti attraverso la specializzazione dei compiti e la collaborazione tra gli individui. E a questo livello, ancor più che a quello delle molecole e delle cellule, il fare da sé e non dipendere da nessuno non è mai la scelta migliore.
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