I disturbi del comportamento alimentare (DCA) sono curabili. Come abbiamo già avuto modo di raccontare in un post precedente, la guarigione da queste psicopatologie, largamente diffuse fra gli adolescenti, necessita di un sostegno psicologico accoppiato ad un approccio riabilitativo di riscoperta del proprio corpo e del cibo.
In Italia, numerose sono le associazioni impegnate nella sensibilizzazione sulla tematica dei disturbi del comportamento alimentare e nel sostegno delle pazienti che soffrono di DCA e dei loro famigliari. Fra di queste, l’Associazione Nutrimente, con cui abbiamo iniziato a collaborare grazie al finanziamento ottenuto da Fondazione Cariplo, nasce dal desiderio di un gruppo di psicologi e medici, impegnati da anni nella cura e nello studio dei DCA, di condividere le proprie esperienze e di estendere il raggio del proprio agire oltre i confini dell’ambulatorio ospedaliero e degli studi professionali. Abbiamo chiesto all’Associazione Nutrimente di descriverci l’evento Back to Food promosso per il secondo anno consecutivo allo scopo di sostenere da vicino le pazienti nel loro percorso di remissione.
Back to food è il laboratorio di cucina edito dall’Associazione Nutrimente Onlus, che da anni si occupa della prevenzione e cura dei disturbi del comportamento alimentare, riunendo l’esperienza di professionisti in questo campo (medici psichiatri ed internisti, psicoterapeuti e dietisti).
Back to food nasce nel 2017 dall’esigenza di portare l’intervento terapeutico anche al di fuori del contesto ospedaliero, ovvero nella vita reale delle persone affette da un disturbo dell’alimentazione.
Nutrire il corpo è una delle funzioni primarie per la sopravvivenza, ma oltre a questo importante aspetto, il cibo ha acquisito sempre più un significato sociale, oltre che biologico. Così i disturbi del comportamento alimentare coinvolgono la quotidianità della persona affetta: una semplice pausa pranzo al lavoro o la condivisione dei pasti in un evento conviviale diventano momenti carichi di ansia e conflittualità, tali da portare ad un evitamento progressivo fino al ritiro sociale.
Back to food si propone di accompagnare le pazienti alla riscoperta sensoriale del cibo, basandosi sui principi dell’esposizione graduale, una tecnica di derivazione comportamentale, che ha mostrato risultati significativi anche quando applicata ai disturbi alimentari (Gutiérrez-Maldonado et al., 2006), per cui, scomponendo l’obiettivo (il comportamento problematico) in sotto-obiettivi di difficoltà minore ed esponendosi a questi, la persona riesce ad affrontare lo stimolo fobico, diminuendone gradualmente la quota d’ansia associata.
Due psicoterapeute ed una dietista guideranno il progetto in collaborazione con alcuni chef del territorio milanese, con i seguenti obiettivi: restituire al cibo il valore di nutrimento della persona, apprendere strategie di gestione e di monitoraggio della propria emotività, utilizzare il contesto di condivisione come risorsa di confronto e di apprendimento, promuovere il benessere psicologico e ridurre il ritiro sociale.
Dopo una prima edizione, in collaborazione con lo chef Claudio Di Dio del ristorante BistròBio di Milano, quest’anno daremo il via alla seconda edizione, che avrà inizio a maggio tra le mura dello spazio FOODSPOT (Via F. Argelati, 47/A – Fermata metropolitana Romolo) laboratorio di cucina dello chef Tommaso Fara, unendo l’esperienza e la conoscenza di chi fa del cibo la sua arte e professione a quella di terapeuti, che quotidianamente si occupano di chi invece fa del cibo lo strumento di espressione del proprio malessere psichico.
I 4 incontri si svolgeranno con il seguente calendario: 8 maggio, 22 maggio, 8 giugno e 22 giugno dalle 19:00 alle 22:00 per un numero di 10 partecipanti. Potranno essere persone già coinvolte in un percorso di cura per il trattamento di un disturbo alimentare o persone che più generalmente presentano una difficoltà nel rapportarsi con un’alimentazione equilibrata.
Il contatto con il cibo avverrà utilizzando tutti e 5 i sensi, poiché è importante che vista, olfatto, tatto, udito e gusto siano stimolati e guidati all’unisono in uno spazio professionale ed accogliente per veicolare un messaggio positivo e modificare un comportamento disadattivo.
Il tutto verrà monitorato tramite questionari autosomministrati finalizzati alla valutazione dei sintomi, al fine di calibrare l’intervento terapeutico sulla specificità del singolo caso nel rispetto delle difficoltà e delle possibilità di ognuno e per verificare l’effettivo miglioramento della psicopatologia presentata.
Dalla precedente esperienza abbiamo già raccolto un giudizio positivo da parte dei singoli partecipanti in termini di riduzione dell’ansia nel momento dell’esposizione al cibo e di miglioramento nella capacità di condividere un momento di difficoltà.
Quest’anno il laboratorio si concluderà con la creazione di un ricettario contenente le preparazioni dei 4 incontri, per favorire la riproduzione dei piatti sperimentati.
Dal 15 marzo al 15 aprile rimarrà aperta una campagna di raccolta fondi per finanziare il progetto: è possibile donare tramite il seguente link https://eppela.com/it/projects/18303-back-to-food un contributo volontario per garantire la sostenibilità del laboratorio.
Chiunque sia interessato a partecipare al progetto può contattare l’associazione all’indirizzo: attivita@nutrimente.org , cell. 3662349163; oppure la responsabile del progetto: la dott.ssa Chiara Maria Elena Orlandi, cell. 3492640322.
Ulteriori informazioni sul sito www.nutrimente.org
Lascia un commento