Differenze di sesso nella degenerazione calcifica della valvola aortica

La degenerazione calcifica della valvola aortica è la patologia più comune a carico delle valvole cardiache con prevalenza del 3% nella popolazione con più di 65 anni. È una patologia dal decorso lento e progressivo, caratterizzata dalla continua deposizione di matrice extracellulare, che causa il restringimento della valvola con conseguente ostruzione del flusso sanguigno diretto all’aorta.

Nonostante i numerosi studi volti alla ricerca di cure farmacologiche per la stenosi valvolare aortica, ad oggi, le uniche opzioni terapeutiche sono la sostituzione chirurgica o per via transcatetere della valvola aortica con una bioprotesi. Questi trattamenti chirurgici lasciano inalterati i processi patologici molecolari e cellulari, che causano la progressiva degenerazione delle bioprotesi, rendendo spesso necessario un secondo intervento chirurgico.

Per questo motivo è di fondamentale importanza la ricerca dei meccanismi molecolari alla base della degenerazione valvolare al fine di individuare potenziali bersagli terapeutici per lo sviluppo di nuovi farmaci. Negli ultimi anni diversi studi hanno mostrato come il decorso patologico fosse differente a seconda del sesso. In particolare, negli uomini vi è una maggiore deposizione di matrice calcifica a parità di superficie valvolare e corporea.

Nelle donne con stenosi valvolare aortica, invece, risulta predominante l’accumulo di tessuto fibrotico. Questa fondamentale differenza suggerisce che la degenerazione valvolare aortica possa essere una patologia dovuta all’attivazione di differenti vie molecolari nei due sessi, che portano allo sviluppo della stessa patologia. 

Per questo motivo, nel nostro laboratorio abbiamo deciso di approfondire questo tema, al fine di caratterizzare meglio la patologia e analizzare le differenze di sesso. Per iniziare abbiamo sottoposto le cellule interstiziali valvolari (responsabili del turnover fisiopatologico della matrice extracellulare) di pazienti stenotici a trattamento pro-calcifico, verificando che, anche in vitro, quelle isolate da uomini calcificassero di più. Abbiamo quindi proseguito con il sequenziamento del trascrittoma delle stesse cellule. Questo ci ha permesso di scoprire che le vie molecolari attivate in uomini e donne con la stenosi valvolare aortica fossero differenti. 

Gli studi futuri saranno volti ad approfondire le vie molecolari differenzialmente espresse, al fine di individuare nuovi target farmacologici che possano essere efficaci per la cura della patologia. Inoltre, questo tipo di approccio, applicato agli stadi precoci della degenerazione valvolare aortica, potrebbe far luce sulle vie precocemente attivate e permettere una migliore stratificazione dei pazienti con degenerazione valvolare aortica. 


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