Ancora oggi, in alcuni casi, per il trattamento delle infiammazioni della cute si ricorre all’uso di preparati vegetali applicati direttamente sulla zona lesionata, esattamente come in tempi antichi. Il trattamento topico di disturbi cutanei è generalmente preferito, poiché può evitare effetti sistemici e può essere sufficiente a migliorare o a risolvere un disturbo. Questa applicazione, sebbene semplificata dal facile accesso, può presentare, tuttavia, alcune problematiche, come le infezioni provocate dall’uso di materiale vegetale non sterile o altri effetti collaterali. La letteratura scientifica è molto più ricca di segnalazioni di reazioni dermatologiche avverse, per l’uso di prodotti naturali, rispetto a studi clinici che ne dimostrino l’efficacia. Tuttavia, la ricerca scientifica moderna cerca di colmare questa lacuna dimostrando non solo la sicurezza, ma anche i benefici di certi preparati.
La cute è la principale difesa del nostro organismo verso l’infezione da microorganismi patogeni e il principale metodo di protezione nei confronti della disidratazione. Quest’organo è suddiviso in diversi strati, di cui l’epidermide rappresenta lo strato più superficiale, a diretto contatto con l’ambiente esterno. L’epidermide è costituita principalmente da un’unica popolazione cellulare, i cheratinociti, cellule in grado di partecipare attivamente ai processi di infiammazione.
Le patologie cutanee su base infiammatoria nell’uomo vengono solitamente indicate con il termine generico di dermatiti. Esistono diverse tipologie di dermatite suddivise in base alla sintomatologia e alla causa scatenante. Le dermatiti possono avere un’origine autoimmune come la dermatite atopica e la psoriasi. La prima è una malattia infiammatoria cronica e recidiva della pelle, spesso presente negli individui che manifestano allergie respiratorie e alimentari. Solitamente questo disturbo compare nell’infanzia e tende a scomparire nell’età adulta. La psoriasi è invece una malattia infiammatoria cronica caratterizzata da un aumento della proliferazione cellulare, con la formazione delle tipiche placche psoriatiche. Ad oggi, per entrambe le patologie non si dispone di trattamenti farmacologici risolutivi, si impiegano però varie soluzioni per il controllo della sintomatologia.
Diverse sono le piante studiate per il trattamento delle infiammazioni cutanee come ad esempio: aloe (Aloe barbadensis L.), amamelide (Hamamelis virginiana L.), iperico (Hypericum perforatum L.), liquirizia (Glycyrrhiza glabra L.), dulcamara (Solanum dulcamara L.) ed enagra (Oenothera biennis L.), di cui troviamo alcuni studi clinici positivi.
Recentemente nel nostro laboratorio abbiamo studiato le proprietà antinfiammatorie della vite (Vitis vinifera L.), una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Vitaceae. Le foglie di Vitis vinifera L., in particolare le foglie rosse della cultivar Teinturiers, sono usate da tempo nella pratica medica, grazie alle numerose proprietà biologiche riscontrate. I fitoterapici a base di foglie di vite rossa sono infatti tradizionalmente utilizzati nel trattamento sintomatico dei disturbi dovuti a fragilità capillare, insufficienza venosa e disturbi emorroidali, grazie al loro contenuto di proantocianidine.
Il nostro studio, condotto attraverso la coltura in vitro di cheratinociti umani, ha dimostrato come l’estratto acquoso di foglie di vite rossa è in grado di ridurre la produzione di diversi fattori legati all’infiammazione cutanea, come VEGF, responsabile della maggiore angiogenesi tipica della psoriasi, e di IL-8, una chemochina tipica dei processi infiammatori.
Questi dati pongono le basi per ulteriori indagini volte a comprendere i meccanismi d’azione delle foglie di vite rossa per stabilirne l’efficacia per un uso topico, nel trattamento della psoriasi e di altre patologie infiammatorie a livello cutaneo.
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