Il tumore al seno, noto anche come carcinoma mammario, è il tipo di tumore più frequente nelle donne e rappresenta il 30% di tutti i casi di cancro femminili. Nonostante la maggiore incidenza nelle donne (99% dei casi), il carcinoma mammario può colpire anche gli uomini e, a causa di una diagnosi più tardiva, la mortalità nell’uomo risulta più elevata.
Il seno è composto da diversi tipi di tessuti che, a loro volta, sono formati da differenti tipi di cellule che svolgono specifiche funzioni. I tessuti che compongono la mammella sono:
- Tessuto ghiandolare: tessuto principale del seno responsabile della produzione e secrezione del latte durante l’allattamento;
- Tessuto adiposo (tessuto grasso): fornisce sostegno e protezione alle ghiandole mammarie;
- Tessuto connettivo: fornisce supporto strutturale al seno, mantenendo le ghiandole mammarie e il tessuto adiposo in posizione;
- Tessuto muscolare: contribuisce al suo sostegno e alla sua struttura
- Vasi sanguigni e linfatici: conferiscono il nutrimento a tutti i diversi tessuti.

Non esiste un unico tipo di tumore al seno ma, a seconda della localizzazione, della morfologia e della risposta ormonale si possono sviluppare diversi tipi di tumore che presentano una diversa aggressività e richiedono un trattamento specifico. Il tipo più aggressivo è il carcinoma mammario triplo negativo (Triple Negative Breast Cancer, TNBC) che è definito in questo modo a causa dell’assenza di 3 recettori comuni che sono solitamente presenti in altri tipi di tumore al seno: il recettore del fattore di crescita epiteliale (Epidermal Growth Factor Receptor 2, o HER2), il recettore degli estrogeni (ER) e il recettore del progesterone (PR).
La mancanza di questi recettori rende questo tipo di tumore difficile da trattare in quanto, le terapie ormonali sono molto utilizzate nella cura del tumore al seno e, l’assenza dei recettori, le rende completamente inefficaci.
Il trattamento del carcinoma mammario triplo negativo richiede quindi l’utilizzo di un approccio diverso ed è per questo che la ricerca è focalizzata sull’identificazione di nuove terapie mirate che possano bloccarne la progressione e la capacità di formare metastasi.
Il microambiente tumorale (tumor microenvironment, o TME) rappresenta l’insieme delle cellule, molecole e strutture non cellulari che circondano e interagiscono con il tumore. È costituito da vasi sanguigni, da diversi tipi di cellule stromali (es. cellule immunitarie, endoteliali, fibroblasti), dalla matrice extracellulare e da diverse molecole di segnalazione (es. citochine, fattori di crescita) che influenzano il comportamento delle cellule tumorali.
Recentemente, diversi ricercatori si sono focalizzati sullo studio dell’interazione tra il microambiente tumorale e il tumore stesso per identificare nuovi target terapeutici che possono essere modulati per inibire la crescita e la diffusione del tumore.

Come detto in precedenza, a livello del seno troviamo il tessuto adiposo che ha come unità strutturale e funzionale delle cellule chiamate adipociti. Generalmente si pensa che la funzione di queste cellule sia quella di immagazzinare lipidi (“grasso”) come riserva energetica che può essere liberata al bisogno. Tuttavia, queste cellule sono in grado di liberare diverse molecole segnale che possono influenzare la crescita del tumore.
L’interazione, tra le cellule tumorali e gli adipociti, induce cambiamenti in entrambe queste cellule. Gli adipociti, a seguito del contatto con le cellule tumorali, possono fornire acidi grassi e supportare la crescita del tumore, aumentando anche la capacità di generare metastasi. D’altro canto, le cellule tumorali si modificano per poter utilizzare questi acidi grassi per ricavare l’energia necessaria a crescere.
Inoltre, gli adipociti aumentano la liberazione di molecole segnale come la leptina che può promuovere la proliferazione delle cellule TNBC e la resistenza alla terapia e, fattori pro-angiogenici che stimolano la formazione di nuovi vasi sanguigni, consentendo l’arrivo di ulteriore nutrimento alle cellule tumorali.
L’idea è quindi che l’interazione tra diversi tipi di cellule porti ad una riprogrammazione da cui le cellule tumorali possono trarre vantaggio. Tuttavia il meccanismo (o la molecola) che controlla l’interazione non è ancora del tutto chiaro.
Per questo motivo, la mia attività di dottorato si concentra nel colmare questa lacuna, caratterizzando dettagliatamente il meccanismo di interazione fra le cellule tumorali e quelle del tessuto adiposo, al fine di identificare nuovi bersagli per terapie innovative.
Inoltre, nell’ambito della medicina personalizzata, stiamo considerando anche il sesso del paziente con lo scopo di comprendere se le cellule adipose provenienti da uomini o donne possano influenzare in modo diverso la crescita delle cellule del tumore al seno.
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