Mi chiamo Eleonora Giorgio e sono una dottoranda al primo anno del corso di Scienze Farmacologiche Sperimentali e Cliniche all’Università degli Studi di Milano. Il cancro alla prostata è il tumore maggiormente diagnosticato negli uomini. L’opzione terapeutica d’elezione, ad oggi, è rappresentata dalla terapia di deprivazione degli androgeni (ADT) che causa la morte delle cellule tumorali androgeno-dipendenti. Tuttavia, queste cellule possono frequentemente evolvere verso un fenotipo androgeno-indipendente (CRPC), caratterizzato da un potenziale altamente proliferante, angiogenetico e metastatico. Poiché le opzioni terapeutiche per la CRPC sono limitate, è necessario individuare nuovi bersagli terapeutici.
Le cellule tumorali e le cellule normali coesistono all’interno del cosiddetto “microambiente tumorale” e le loro interazioni possono influenzare la proliferazione, il metabolismo e la crescita cellulare, l’angiogenesi, l’ipossia e la risposta immunitaria. Poiché il microambiente tumorale può svolgere un ruolo nella progressione del tumore, potrebbe rappresentare una fonte di nuovi bersagli per il trattamento e la prevenzione del cancro. In particolare, la presenza di stress ossidativo, molecole pro-infiammatorie e fonti di colesterolo possono favorire la proliferazione delle cellule tumorali.
Le lipoproteine ad alta densità HDL sono ben note per le loro funzioni atero-protettive, che sono principalmente dovute alla loro capacità di ridurre il contenuto di colesterolo cellulare e di esercitare attività antinfiammatorie e antiossidanti.
Scopo del mio progetto di dottorato è la verifica, attraverso questi meccanismi, della possibile attività antitumorali delle HDL, in particolare contro il tumore alla prostata.
Nella prima parte del progetto è stato approfondito il ruolo antiossidante delle HDL. Queste molecole sono in grado di esercitare questa attività, grazie alla loro capacità di assorbire i lipidi ossidati dalle membrane cellulari (o da altre lipoproteine) e portarle al fegato. Inoltre le proteine trasportate dalle HDL possono anche esercitare direttamente effetti antiossidanti, ad esempio PON1, LCAT e PAF-Acetilidrolasi, noti enzimi antiossidanti. Infine le componenti principali delle HDL, apoA1 e apoA2, possono partecipare alle reazioni redox mediante ossidazione sui residui Met.
Studi svolti nel nostro laboratorio hanno permesso di affermare che le HDL esercitano l’attività antiossidante sulle linee cellulari prostatiche, limitando così la proliferazione cellulare indotta dalle specie reattive dell’ossigeno (ROS). Inoltre, le HDL sono efficaci non solo sulle cellule androgeno-dipendenti, ma anche su quelle androgeno-indipendenti (CRCP), notoriamente più aggressive.
Sono in corso ulteriori studi per valutare il possibile ruolo antitumorale delle HDL ed individuare nuovi bersagli terapeutici contro il tumore alla prostata.
Lascia un commento