Radice di bardana per le infiammazioni della pelle

La bardana maggiore (Arctium lappa L.) è un’erba medicinale appartenente alla famiglia delle Asteraceae e in particolare il termine Arctium, in greco “orso”, fa riferimento al caratteristico aspetto ispido di questa pianta.

La droga, descritta nella Farmacopea francese, è costituita dalle radici essiccate, intere o tagliate, impiegate come tintura, olio, estratto o decotto. La pianta, usata in Cina, Europa, Nord America e Asia da diverse centinaia di anni, trova impiego tradizionale come agente diuretico oppure per il trattamento di gotta, reumatismi e diverse condizioni dermatologiche.

Fotografia del campione di radici utilizzato per lo studio – Arctium lappa L.

Per il trattamento dei disturbi cutanei anche le foglie e i frutti hanno trovato un impiego tradizionale, specialmente in Asia e Europa. La bardana viene infatti applicata ad uso topico per il trattamento di eczemi, ulcere, eruzioni cutanee, ferite, acne, sciatica e radicolite. Diversi sono i prodotti contenenti bardana disponibili in commercio con tali finalità, considerando anche le diverse parti della pianta. 

Secondo la medicina tradizionale cinese, le manifestazioni patologiche a livello cutaneo sono principalmente dovute all’aumento di tossine nel corpo. La radice di bardana, sempre secondo la tradizione cinese, agirebbe attraverso l’eliminazione dei metalli pesanti, drenando le tossine, disintossicando il sangue e stimolando la circolazione sanguigna sulla superficie della pelle, migliorando la struttura della stessa e curando i disturbi dermatologici.

Studi condotti attraverso l’approccio scientifico occidentale hanno evidenziato tra i principali costituenti della droga i carboidrati (specialmente inulina), tuttavia i lignani lappaolo F, arctigenina e diarctigenina sono stati identificati come i principi attivi della droga dotati di attività anti-infiammatoria. 

Nonostante diversi lavori scientifici abbiano dimostrato (in provetta) i principali meccanismi d’azione di queste molecole, sono rari gli studi che verificano gli effetti del fitocomplesso, cioè l’insieme di tutte le molecole che compongono l’estratto di radice, ovvero la principale forma di indicazione terapeutica della pianta. Inoltre, in letteratura scientifica non sono presenti studi condotti sull’uomo che comprovino tali effetti benefici, sottolineando la necessità di ulteriori ricerche.

Sulla base di queste premesse lo scopo del mio studio è di valutare diversi estratti di radice di bardana per confermare il loro effetto anti-infiammatorio a livello topico, attraverso l’impiego di cellule di epidermide umana in coltura. Questo lavoro rientra nell’ambito del mio progetto di dottorato, che ha lo scopo di validare l’uso di piante tradizionalmente impiegate per le infiammazioni della cute, come già descritto nel mio precedente articolo.

Gli estratti sono stati preparati in laboratorio attraverso l’uso di diversi solventi e i loro effetti sono stati valutati su cheratinociti indotti all’infiammazione. I risultati preliminari di questo studio, tuttora in corso, hanno evidenziato la capacità di un estratto di bardana di ridurre l’infiammazione, attraverso la regolazione del fattore di trascrizione nucleare NF-κB, mediatore chiave della risposta infiammatoria. Il prossimo passo del mio lavoro sarà la ricerca delle molecole responsabili di tale attività e la valutazione delle possibili sinergie tra una o più componenti.

Se i risultati del mio studio saranno confermati, il mio lavoro porrà le basi per altre ricerche in campo farmacognostico e fitoterapico per validare l’uso della bardana nel campo delle infiammazioni cutanee, sottolineando ancora una volta l’importanza di studi scientifici a supporto di tali attività.


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