Se la microglia si “ingolfa”?

In laboratorio abbiamo ideato e validato un metodo innovativo di imaging dinamico allo scopo di studiare il ruolo della microglia, cellule fondamentali del cervello, nelle fasi precoci delle malattie neurodegenerative.

Grazie a questa tecnologia siamo riusciti a identificare che la microglia, come atteso, se si trova in un ambiente che mima l’infiammazione, diventa attiva e dinamica, comincia a muoversi in cerca dello stimolo che ha causato l’infiammazione e fagocita efficacemente detriti cellulari. 

Contrariamente, se la microglia è trattata con un composto in grado di causare danni agli organelli deputati a degradare le molecole di scarto, ossia i lisosomi, la microglia cambia la sua morfologia e dinamicità. Nel dettaglio, perde la caratteristica struttura ramificata, diventa più grossa e tende ad essere più statica. Questa trasformazione morfo-funzionale potrebbe indicare che la microglia non è più in grado di eseguire le funzioni che svolge quotidianamente per mantenere un ambiente idoneo alla vitalità dei neuroni, e se così fosse, questo potrebbe avere ripercussioni sulla fisiologia celebrale. 

Gli esperimenti futuri saranno volti a valutare se questo cambio nella forma e nella motilità della microglia si traduce in un effetto sul cervello, ovvero, se rende i neuroni più suscettibili ad eventuali stimoli neurodegenerativi. Questo studio potrebbe fornire nuove informazioni riguardo agli eventi molecolari che una volta innescati sfociano nella neurodegenerazione.


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