Sport e cervello, un legame di mutuo vantaggio?

Alle quotidiane discussioni tra genitori e figli che vedono i genitori schierati nel pensare che il tempo speso sui libri faccia meglio al cervello di quello passato sui campi di calcio o in piscina e che lo sport, specie se agonistico, non costituisca che una grande perdita di tempo, si contrappone un crescente numero di studi che dimostrano che i ragazzi bene allenati, soprattutto in sport aerobici, rispondo meglio ai test standard per le funzioni mnemoniche e di apprendimento, che giovani velocisti danno prestazioni migliori di coloro poco allenati al movimento in test di intelligenza e cultura e, infine, che i ragazzi che fanno regolarmente esercizio vanno meglio in matematica.

A comprovare tutto questo, il nostro dipartimento dedica il ciclo di seminari “Cervellamente 2018 – Cervello e Sport” (Aula Magna dell’Università, dal 26 febbraio al 2 marzo) a oratori di fama internazionale che racconteranno come l’esercizio aumenti la capacità di concentrazione, la memoria e anche la creatività, spiegando quali siano i meccanismi che il cervello utilizza per rispondere alla stimolazione che proviene dall’apparato muscolo-scheletrico associata allo sport.
Men sana in corpore sano quindi, ma non soltanto, perché la comprensione di come l’esercizio potenzi le funzioni cerebrali è fondamentale per trovare nuovi strumenti utili a ostacolare lo sviluppo e la progressione di malattie mentali di natura psichica e neurologica, quali ansia, depressione o malattie neurodegenerative.

Cervell.a.mente, giunto alla sua XV edizione, è organizzato dal Centro di Eccellenza per le Malattie Neurodegenerative (CEND), coordinato da Adriana Maggi, in occasione delle celebrazioni mondiali della “Settimana del Cervello” sotto l’egida della statunitense DANA Foundation.  Questo ciclo di lezioni sarà una passeggiata scientifica che parte da valutazioni su quanto oggi sappiamo sul ruolo dell’esercizio fisico nello stimolare l’attività e forse anche la proliferazione di cellule neurali (Paolo Peretto, Università di Torino), nel migliorare le vie di comunicazione tra neurone e neurone (Fabrizio Gardoni, CEND) e nel potenziare la coordinazione dei movimenti e il mantenimento dell’equilibrio (Pierpaolo Battaglini, Università di Trieste e Paola Cesari, Università di Verona), fino ad arrivare a capire come lo sport possa aiutare nel vincere le conseguenze di traumi (Adriana Chiò, Università di Torino) o nel combattere depressione (Daniela Tardito, CEND), ansia (Raffaella Molteni, CEND) e persino malattie neurodegenerative (Antonino Cattaneo, Scuola Normale Superiore di Pisa).

Essendo il ciclo di seminari dedicato soprattutto ai giovani degli ultimi anni delle scuole superiori, ci saranno riflessioni sulle frontiere virtuali e informatiche che sfruttano le conoscenze sulle attività del cervello a fini terapeutici (Alessandra Gorini e Alberto Borghese, Università di Milano) e sui pericoli potenzialmente connessi all’attività agonistica (Diego Fornasari, CEND e Mirko Pesce, Università di Chieti).

A inaugurare il ciclo di seminari sarà Paolo Condò, amato dagli appassionati di sport per i suoi libri arguti e l’obiettività ed eleganza dei suoi racconti di eventi sportivi sulla carta stampata e sugli schermi nazionali.

Qui potete trovare i video delle conferenze delle passate edizioni.

La partecipazione è gratuita previa iscrizione presso:
Valentina Coppola, Segreteria CEND
Via Giuseppe Balzaretti 9, Milano
e-mail: centro.eccellenza@unimi.it
telefono: 02503-18375/-18290


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