“MICROBIOTA REVOLUTION”: oggi sappiamo molto di più su come il microbiota nell’intestino, e anche in altre parti nel nostro organismo, può favorire o meno la nostra salute.
Il nostro intestino contiene una grande quantità di microorganismi (batteri, virus, protozoi, miceti) che definiamo “flora intestinale” o, con un termine più attuale, “microbiota intestinale”. Si tratta di un vero e proprio meta-organo che, nell’arco della vita, interagisce intensamente con le funzioni del nostro organismo e svolge funzioni metaboliche, trofiche specifiche e protettive con effetti non solo a livello intestinale, ma anche a livello sistemico e quindi può condizionare lo stato di salute o di malattia. Oltre all’intestino, molti altri organi e aree dell’organismo (cute, cavità orale, tratto genitale femminile, ecc.) posseggono uno specifico microbiota, che a sua volta può essere normale o alterato (disbiosi) e quindi contribuire allo sviluppo di patologie locali o generali, come il diabete mellito, l’obesità, le malattie cardiovascolari e persino i tumori.
Per far luce su questi temi, oggi molto caldi sia nell’ambito della ricerca scientifica, sia nel settore industriale/commerciale, sia infine anche nella attenzione dei cittadini, il Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari (DISFeB) ha organizzato l’incontro scientifico “Microbiota revolution: dove siamo oggi e quali risposte ci aspettiamo in futuro”che si è svolto lo scorso 5 aprile 2019 presso l’Università degli Studi di Milano, nella sede di Città Studi.
All’incontro, coordinato da Paolo Magni e Alberico Catapano (DISFeB), hanno partecipato oltre 160 laureati di area biomedica e ricercatori, che hanno potuto ascoltare e interagire con alcuni relatori e moderatori, tutti attivi nella ricerca clinica e sperimentale in questo campo.
Il mondo biomedico e scientifico sta assistendo ad una effettiva “microbiota revolution”, con l’identificazione dell’importantissimo ruolo del microbiota intestinale umano nella salute non solo a livello del tratto digestivo, ma anche nel causare importanti patologie sistemiche, come quelle cardiovascolari e metaboliche. Durante l’incontro, si è discusso del ruolo della disbiosi intestinale come cofattore di malattie anche gravi, come quelle su base aterotrombotica, quali l’infarto cardiaco e l’ischemia cerebrale, e il diabete mellito, presentando dati di popolazione, studi sui meccanismi patogenetici con modelli sperimentali, nuovi approcci diagnostici e opzioni di trattamento innovative, anche utilizzando probiotici. Un altro importante tema è stato anche quello relativo all’alterazione del microbiota vaginale e alle possibili soluzioni di trattamento. È stato anche illustrato l’approccio alle infezioni intestinali gravi e refrattarie alla terapia antibiotica, mediante il cosiddetto “trapianto di feci”, cioè di quella parte “buona” del microbiota che può debellare microrganismi divenuti molto aggressivi e non trattabili in altri modi. L’incontro ha inoltre presentato il punto di vista dell’industria alimentare e nutraceutica, che rappresenta un attore importante anche in questo campo.
Oggi assistiamo quindi ad una importante accelerazione nel campo delle conoscenze sul microbiota, sulle patologie correlate e sulle possibili soluzioni terapeutiche, anche se ancora molto resta da fare.
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