“Malattia del fegato grasso associata a disfunzione metabolica (MASLD)” è il termine suggerito nel 2020 per riferirsi alla malattia del fegato grasso correlata alla disregolazione metabolica sistemica. La MASLD è una causa comune di malattia epatica cronica in tutto il mondo e sta diventando la malattia epatica cronica più comune nei paesi industrializzati occidentali dove la prevalenza è del 25%. In base ai dati di studi di popolazione generale, circa 1/4 degli Italiani tra 18 e 65 anni di età sarebbe affetto da MASLD.
Le cause dell’insorgenze della MASLD non sono ancora chiare, ma sicuramente è noto che si tratta di una patologia multifattoriale. In primo luogo, diversi studi in letteratura affermano con la MASLD sia causata da un alterato metabolismo, quindi sindrome metabolica, dislipidemia, diabete mellito di tipo II e obesità. Alla base del metabolismo alterato troviamo sia fattori ambientali che genetici. Tra i fattori ambientali troviamo lo stile di vita sedentario, accompagnato da un eccessivo apporto calorico, quindi con una dieta ricca di acidi grassi saturi, carboidrati semplici e complessi. Esistono poi fattori genetici ed epigenetici che causano un’alterazione del metabolismo, altri fattori causali sono il sesso e l’etnia. In secondo luogo, la MASLD è causata da un aumentato afflusso di acidi grassi liberi. L’aumento di questo afflusso ha una duplice origine, da una parte l’insulino-resistenza comporta una ridotta inibizione della lipolisi e quindi aumento degli acidi grassi liberi (FFA) dall’altra parte l’alterazione del microbiota comporta un aumento della produzione di acidi grassi a catena corta e della permeabilità intestinale, arrivando quindi all’aumento di FFA. L’alterazione del microbiota comporta anche un’infiammazione cronica di basso grado, altra causa dell’insorgenza di MASLD.
La MASLD, oltre a presentare un’eziologia molto complessa, ha una diagnosi altrettanto difficile. Infatti, la maggior parte dei pazienti con MADLD non manifesta alcun sintomo, tuttavia alcuni di loro possono lamentare affaticamento o fastidio al quadrante superiore destro. Inoltre non ci sono esami del sangue che permettano di riconoscere con certezza la presenza di steatosi epatica che infatti non presenta marcatori biochimici specifici.
Ad oggi, non esiste un trattamento farmacologico specifico per la MASLD, tuttavia si ritiene che una combinazione di obiettivi terapeutici (aggiustamenti dello stile di vita, aumento dell’attività fisica e cessazione del fumo/alcol) possa essere utile.
Essendo la dieta non sempre sufficiente e non esistendo una terapia specifica per la cura della MASLD, in questo contesto trovano spazio gli integratori alimentari con attività nutraceutica. I nutraceutici possono essere assunti in un soggetto sano come possibile prevenzione alla malattia, in aggiunta ovviamente ad uno stile di vita sano e ad attività fisica o come parte integrante della terapia farmacologica, quindi una combinazione farmaco + nutraceutico.
In questo contesto sta diventando sempre più importante lo studio dei nutraceutici ad azione salutistica. In particolare, nel laboratorio di Paolo Magni, presso il Dipartimento di Scienze Farmacologiche e Biomolecolari, il mio progetto di dottorato si focalizza sulla specie di Prunus domestica subspecies syriaca, allo scopo di esplorarne le qualità salutistiche soprattutto nelle patologie epatiche.
Le prugne sono comunemente consumate nella dieta, sono disponibili a basso costo e alcune, una volta prodotte, vengono scartate in quanto non raggiungono i requisiti dimensionali per essere immesse sul mercato. In quest’ottica la produzione di integratori a partire da questi scarti risulta sostenibile e ricade nel concetto di agro-food waste, il quale si inserisce tra gli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità. In questo programma particolare attenzione è stata riservata al concetto di One Health. La One Health è una strategia volta ad affrontare le minacce sulla salute di uomo-animale-ambiente con l’obiettivo finale di raggiungere la salute globale sulla base dell’intima relazione tra salute dell’uomo, salute degli animali e dell’ambiente in cui vivono. La sostenibilità, l’integrazione, la reciproca dipendenza e la collaborazione sono i determinanti dell’approccio One Health. Il programma dell’Agenda 2030 non pone solo attenzione nel concetto di One Health, ingloba infatti 17 obiettivi, il cui dodicesimo si propone di garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo, puntando a “fare di più e meglio con meno”. Per quanto riguarda la produzione e il consumo alimentare si propone, tra le varie, di ridurre entro il 2030 le perdite di cibo durante le catene di produzione e di fornitura, comprese quindi le perdite del post-raccolta.
Diversi studi riportano le proprietà anti-infiammatorie e antiossidanti della prugna. Oltre ai componenti bioattivi, le specie di Prunus sono ricche di composti nutrizionali tra cui vitamine e minerali che possono migliorare la qualità generale della salute. Diverse specie del genere Prunus hanno dimostrato di regolare positivamente il peso corporeo, l’omeostasi del glucosio e dei lipidi, l’insulino-resistenza, il tempo di protrombina e l’infiammazione cronica e migliorare le vie di segnalazione correlate all’ipertensione arteriosa. Queste specie possono anche essere utilizzate come una buona fonte di molecole che portano alla scoperta di farmaci per la prevenzione e il trattamento della MASLD.
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