In Italia, nel 2015, più di un terzo della popolazione adulta era in sovrappeso. L’obesità, caratterizzata proprio da un eccessivo accumulo di grasso corporeo, è una disturbo del metabolismo di proporzioni epidemiche, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che oltre 1 miliardo di persone in tutto il mondo – indipendentemente da sesso, età ed etnia – siano sovrappeso e 300 milioni obese. Da questi darti si capisce immediatamente che questo è un problema che riguarda una fetta così consistente della popolazione mondiale che è stato coniato un nuovo vocabolo: globesity.
Semplici indicatori dell’aumento del grasso corporeo sono l’indice di massa corporea (IMC), che si ottiene dividendo il peso (espresso in chilogrammi) per il quadrato dell’altezza (espressa in metri), e la circonferenza vita.
In realtà l’idea che l’obesità sia soltanto una conseguenza di un’eccessiva assunzione di cibo e di calorie e un concetto estremamente semplificatorio, che non tiene conto della reale complessità dell’organismo umano. Un quadro più completo e complesso dovrebbe prendere in considerazione anche le componenti dello stile di vita, i fattori psicologici e sociologici così come le determinanti genetiche; quest’ultime, tuttavia, rare.
Studiare il sovrappeso e l’obesità è assai importante, perché un aumento dell’IMC è un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, il diabete, alcuni tumori e malattie articolari.
Il mio progetto di ricerca si svolge proprio lungo questa linea tematica. Lavoro nel tentativo di identificare ‘nuovi attori’ – consentitemi il termine – che svolgano un ruolo cardine nello sviluppo e nella progressione dell’obesità. Grazie a un finanziamento di Fondazione Cariplo, sto studiando questa malattia, concentrando la mia attenzione sul contributo che svolge il sistema immunitario. È già noto come alcune cellule fondamentali del sistema immunitario – i linfociti T, infiltrando il tessuto adiposo viscerale dei soggetti obesi, si trasformano in cellule con una potente attività infiammatoria, responsabili di altre malattie quali l’insulino-resistenza e il diabete di tipo 2.
Sono convinto che impegnarsi a identificare il contributo del sistema immunitario nel favorire lo sviluppo dell’obesità aprirà nuove possibilità nella prevenzione di tale patologia, che proverò a raccontarvi su questo blog, attraverso una serie di post dedicati alla mia attività di ricerca.
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