Dalla pianta al preparato fitoterapico

La fitoterapia è la disciplina medica che consente un corretto uso a scopo preventivo o curativo di piante medicinali e loro derivati. Questa disciplina segue il medesimo approccio scientifico su cui si fonda la medicina e, in tempi recenti, è stata oggetto di un rinnovato interesse, nonostante i progressi raggiunti con i farmaci di sintesi chimica.

Parte di questo successo è dovuto alle numerose ricerche, precliniche e cliniche, che hanno potuto confermare molte proprietà farmacologiche, individuando anche i principi attivi responsabili dell’azione terapeutica.

In questo post affronteremo tre concetti importanti per la preparazione di un prodotto di origine vegetale, purtroppo a volte ancora trascurati: la conservazione, l’estrazione e la standardizzazione.

Come anticipato in un precedente post, i fattori che influenzano la presenza di principi attivi (le molecole responsabili dell’attività biologica) sono numerosi; questi possono dividersi tra fattori intrinseci, legati al patrimonio genetico della pianta stessa, e fattori estrinseci, come le variabili ambientali e di conservazione. Una cattiva conservazione delle droghe vegetali può essere responsabile di fenomeni di contaminazione batterica o fungina, oppure comportare un deperimento dei principi attivi stessi. Le tecniche più utilizzate al fine di ridurre al minimo le alterazioni sono: la protezione da fonti di luce e calore, l’essiccamento, la liofilizzazione, il congelamento, le inibizioni enzimatiche, fino alla sterilizzazione delle droghe.

La pianta, per essere usata in campo fitoterapico, subisce nella maggior parte dei casi un processo di estrazione, attraverso una serie di interventi più o meno complessi, con lo scopo di recuperare dalla matrice vegetale i principi attivi necessari per esercitare una certa attività farmacologica.

Se è più facile immaginare che i principi attivi possano essere concentrati in una specifica parte della pianta, quali foglie, tessuti e radici, è meno chiaro che partendo dalla stessa matrice è possibile con tecniche di estrazione differenti recuperare sostanze diverse e quindi avere attività biologiche differenti da quelle attese.

Il processo di estrazione, ad esempio, è un passaggio fondamentale della produzione industriale di preparati vegetali e richiede una dettagliata analisi delle condizioni migliori per ciascuno dei prodotti utilizzati. La droga, cioè la parte della pianta contenente i principi attivi, è messa a contatto con il solvente, con le tempistiche più adeguate in relazione al tipo di molecole che si desidera estrarre dalla pianta. Differenti metodi di estrazione forniscono estratti con diversa composizione e conseguente attività, così come differenti effetti indesiderati potenziali.

I principi attivi di una pianta, per i vari fattori che abbiamo discusso, sono soggetti a variabilità ed è qui che entra in gioco il concetto di standardizzazione. Ogni molecola dotata di un’attività biologica ha bisogno di raggiungere una certa concentrazione per dare il proprio effetto; la standardizzazione è un requisito dell’estratto, che secondo analisi chimiche quantitative, stabilisce il contenuto minimo di uno o più composti attivi nel lotto analizzato in modo da garantirne l’effetto per le dosi consigliate.

Conservazione, estrazione e standardizzazione sono quindi aspetti fondamentali per la realizzazione di preparati vegetali, per garantirne non solo efficacia ma anche sicurezza d’uso.


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8 risposte a “Dalla pianta al preparato fitoterapico”

  1. […] castagne di cinque varietà sono state sottoposte ad estrazione con solvente acquoso o idroalcolico e gli estratti così ottenuti sono stati valutati attraverso […]

  2. […] base di queste premesse lo scopo del mio studio è di valutare diversi estratti di radice di bardana per confermare il loro effetto anti-infiammatorio a livello topico, attraverso […]

  3. […] Nell’ultimo anno abbiamo comparato l’effetto anti-ossidante ed anti-infiammatorio di due estratti ottenuti dalle foglie di Ginkgo in modi differenti, ovvero utilizzando etanolo o acetone per l’estrazione di molecole attive.  […]

  4. […] degli alimenti è associata al contenuto e alla funzionalità di diverse molecole (definite metaboliti secondari) che in associazione ad altri componenti nutrizionali favoriscono il mantenimento di un buono stato […]

  5. […] sostanze il cui destino metabolico è tutt’altro che noto. I composti “altri”, detti anche metaboliti secondari delle piante, possono avere un effetto biologico sull’organismo nella loro forma originale, dopo […]

  6. […] peculiare di ognuno di essi, bisogna riflettere sulle possibili sinergie che si attivano tra i diversi estratti vegetali, come pure sulle interazioni che potrebbero verificarsi con farmaci e alimenti, o con altri […]

  7. […] aver sottoposto le spezie a procedure di estrazione, abbiamo misurato il contenuto di polifenoli e le rispettive capacità antiossidanti, individuando […]

  8. […] gold standard per la preparazione di prodotti a base di polifenoli. Come già spiegato in un altro post, il tipo di solvente utilizzato per il processo di estrazione di una droga può influenzare la […]

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