Il Ginkgo biloba L.: possibili effetti collaterali e interazioni con farmaci

Il Ginkgo biloba L. è una pianta antichissima, le cui origini risalgono a 250 milioni di anni fa; per questo motivo è considerato fossile vivente. La droga è costituita dalle foglie essiccate, sebbene anche i semi vengano utilizzati a scopo alimentare e terapeutico, soprattutto nelle zone asiatiche. La coltivazione del ginkgo è molto diffusa e comprende numerose aree geografiche (Asia, Nord America, Europa, Nuova Zelanda e Argentina), tanto da essere considerato una delle piante medicinali più vendute al mondo. 

Anche in Italia è presente in numerose città, soprattutto a scopo ornamentale. Le foglie hanno una caratteristica forma a ventaglio e in autunno diventano di un bellissimo colore giallo intenso, diverso dalle sfumature autunnali di tutti gli altri alberi. Presso l’orto botanico di Brera, ad esempio, sono presenti due esemplari (maschio e femmina), tra i primi ad essere importati in Europa dalla Cina alla fine del 700. 

Il ginkgo viene utilizzato sia come ingrediente di integratori alimentari che come farmaco, a seconda della legislazione, che può essere differente da Paese a Paese. L’attività terapeutica o benefica è attribuita principalmente ai principi attivi presenti nelle foglie, costituiti da flavonoidi (glicosidi di quercetina, camferolo e isoramnetina) e lattoni terpenici (ginkgolidi A, B, C, J e il bilobalide). Tali composti sono presenti anche nei semi, sebbene a concentrazioni più basse. Occorre tuttavia sottolineare che nei semi sono presenti anche gli acidi ginkgolici e la tossina 4’-O-metilpiridossina, denominata ginkgotossina, che può essere estremamente tossica se ingerita in elevate quantità. Fortunatamente, i semi venduti commercialmente vengono sottoposti a procedimenti estrattivi e termici in grado di inattivare la tossina. 

I principi attivi presenti nelle foglie di ginkgo sono risultati utili nel miglioramento della microcircolazione periferica e cerebrale grazie alla loro attività antiinfiammatoria e inibitoria dell’aggregazione piastrinica. Per questo motivo, sono impiegati nei disturbi circolatori e per migliorare la memoria nel decadimento cognitivo in patologie come il morbo di Alzheimer o altre demenze.

Gli estratti di ginkgo sono in genere ben tollerati, ma considerato il loro ampio utilizzo, soprattutto nella popolazione anziana, che solitamente assume cronicamente farmaci, occorre monitorare le possibili interazioni. Gli eventi avversi causati da interazioni con farmaci anticoagulanti o antiaggreganti piastrinici sono quelli maggiormente descritti e documentati. Nell’ambito del progetto europeo PlantLIBRA (PLANT food supplements: Levels of Intake, Benefit and Risk Assessment) sono stati raccolti 14 casi clinici riportanti eventi avversi quali complicazioni emorragiche, epistassi, e, in alcuni casi più gravi, ematoma cerebrale. Tali effetti sono stati causati con elevata probabilità dal potenziamento dell’azione anticoagulante/antiaggregante di farmaci come warfarin e acido acetilsalicilico. Simili effetti si sono osservati anche in associazione con farmaci antiinfiammatori come ibuprofene e rofecoxib. 

Altre possibili interazioni farmacologiche possono avvenire per l’attivazione, da parte dei flavonidi, dei recettori del GABA, neurotrasmettitore che media gli effetti inibitori sul sistema nervoso centrale. Di conseguenza, la concomitante assunzione di estratti di ginkgo con farmaci ansiolitici, ipnotico-sedativi o antipsicotici può determinare un potenziamento dell’effetto sedativo. Alcuni casi clinici, infatti, riportano eccessiva sedazione, e in rari casi coma.  

Inoltre, i ginkgolidi possono indurre l’attività di citocromi epatici responsabili del metabolismo, come il citocromo CYP3A4 e il CYP2C19, abbassando i livelli plasmatici di alcuni farmaci, con conseguente riduzione dell’effetto terapeutico. In letteratura è riportato un evento convulsivo, purtroppo fatale, dovuto alla concomitante assunzione di un estratto di Ginkgo biloba e farmaci anticonvulsivanti (acido valproico e fenitoina), metabolizzati dal CYP2C19. L’induzione da parte dei ginkgolidi di tale citocromo ha determinato una maggiore metabolizzazione dei farmaci, con perdita dell’attività terapeutica. 

Da ultimo, i semi della pianta possono essere responsabili di reazioni allergiche e immunotossiche per la presenza di acidi ginkgolici. Nei Paesi asiatici sono riportati eventi avversi quali convulsioni per la presenza della già citata gingkotossina, che può permanere nei semi qualora questi vengano raccolti e sottoposti a trattamenti termici casalinghi. La ginkgotossina è infatti un inibitore del neurotrasmettitore inibitorio GABA. Sebbene normalmente nei Paesi europei vengano consumati semi commerciali, in cui la tossina è stata rimossa, occorre sottolineare che la tendenza a raccogliere i semi freschi dalla pianta femmina per la preparazione domestica è in aumento. Molti siti internet, infatti, riportano consigli sulla raccolta e metodi di cottura che però non sono efficaci nell’abbattimento della tossina.

Lo studio delle interazioni tra fitoterapici e farmaci è di fondamentale importanza per garantire la sicurezza di chi ne fa uso, ma è spesso di difficile attuazione, sia per la variabilità compositiva degli estratti sia per le difficoltà nello svolgere studi clinici nell’uomo. Ad oggi, la maggior parte delle informazioni disponibili sulle interazioni proviene dai cosiddetti “case report”, ovvero casi di eventi avversi che vengono gestiti dai centri anti-veleno o a livello ospedaliero e di cui vengono pubblicati i dati. Spesso, tuttavia, vengono omessi molti dati importanti quali la composizione dei prodotti utilizzati, farmaci o malattie concomitanti, rendendo complicata una valutazione oggettiva dell’evento avverso. Un importante strumento di cui si auspica nel futuro un maggiore utilizzo è il sistema di segnalazione Vigierbe dell’Istituto Superiore di Sanità. Tramite questo sito, tutti possono segnalare gli eventi avversi da prodotti di origine naturale, consentendo una maggiore comprensione degli eventi avversi, incluse le interazioni.

Di tutto questo e di molto altro si parlerà nell’evento “I segreti di un albero: il ginkgo biloba tra natura e scienza”, organizzato presso l’orto botanico di Brera il 18 novembre 2023, cui sono tutti invitati. In questa giornata interverranno anche Enrico Sangiovanni e Lucia Caffino, affrontando in dettaglio gli aspetti benefici e terapeutici del Ginkgo biloba. Per prenotarsi potete usare questo link.

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