La pandemia non ferma la celebrazione della scienza: Fondazione Umberto Veronesi premia due nostre ricercatrici!

Giovedì 25 marzo si è tenuta la premiazione dei vincitori delle borse di studio erogate dalla Fondazione Umberto Veronesi per l’anno 2021. Nonostante l’evento sia stato tenuto online, non ha perso in prestigio ed è stata un’occasione per inviare messaggi autorevoli a proposito della ricerca scientifica. Sono infatti intervenuti vari esponenti della vita politica e scientifica del nostro paese.

La cerimonia si è aperta con la lettera inviata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, seguita dal videomessaggio del Presidente del Consiglio, Mario Draghi. Entrambi hanno voluto rimarcare non soltanto come la ricerca scientifica rappresenti uno strumento per la tutela della nostra salute, ma anche come la comunità scientifica italiana possa competere nei risultati ottenuti con la ricerca internazionale, sottolineando l’importanza di un sostegno economico adeguato. Da qui il ruolo chiave di enti, come la Fondazione Umberto Veronesi, che sostengono il lavoro di migliaia di giovani ricercatori in Italia. A seguire, la Ministra Maria Cristina Messa, attraverso un videomessaggio, ha tenuto a sottolineare come “la ricerca scientifica sia anche la ricerca della conoscenza per aiutarci a vivere meglio, rappresentando una tra le più alte forme di solidarietà umana, che trova appunto nel campo della salute la sua più alta espressione”.

Non poteva poi mancare l’intervento di Paolo Veronesi, Presidente della Fondazione, che ha ricordato l’impegno di Fondazione Veronesi nel finanziare giovani ricercatori di altissimo livello, selezionati dopo un iter di valutazione da esperti internazionali, come illustrato da Chiara Tonelli, Presidente del Comitato Scientifico di Fondazione Umberto Veronesi e docente di Genetica presso l’Università degli Studi di Milano. Ed ecco finalmente la presentazione dei vincitori: centodieci le borse di ricerca per ricercatori post-dottorato, più ventitré borse di formazione e specializzazione, tra cui rientrano anche due ricercatrici del Dipartimento di scienze Farmacologiche e Biomolecolari dell’Università degli Studi di Milano. Ottantadue borse sono state assegnate per la ricerca in area oncologica, otto nell’ambito delle neuroscienze, sedici nell’area nutrigenomica e stili di vita tra cui rientra Giulia Magni, assegnista del gruppo di ricerca diretto da Stefania Ceruti, e quattro nell’area cardiovascolare, di cui una assegnata a Fabrizia Bonacina, assegnista presso il laboratorio di lipoproteine, immunità ed aterosclerosi guidato da Alberico Luigi Catapano e Giuseppe Danilo Norata. 

Il progetto presentato da Fabrizia Bonacina ha come scopo quello di sviluppare una possibile terapia a base di cellule T regolatorie con una funzione potenziata per limitare l’infiammazione associata all’aterosclerosi. L’aterosclerosi rappresenta infatti una delle principali cause delle malattie cardiovascolari, quali l’infarto miocardico. Si manifesta come una lesione delle arterie caratterizzata dalla presenza di accumuli lipidici, in particolare di colesterolo, che si depositano nella parete dei vasi quando in eccesso nel sangue; tuttavia, più recenti ricerche, hanno dimostrato come anche l’infiammazione rivesta un ruolo significativo nel processo aterosclerotico. Infatti, nonostante gli attuali trattamenti ipolipemizzanti, molti pazienti rischiano ugualmente di sviluppare eventi cardiovascolari; pertanto, alcune nuove terapie mirano a colpire la risposta infiammatoria. Fondazione Umberto Veronesi sostiene la ricerca di Fabrizia Bonacina per studiare strategie volte a limitare l’infiammazione associata all’aterosclerosi grazie all’impiego di cellule, chiamate T regolatorie, in grado di “spegnere” tale risposta, con lo scopo di offrire un approccio complementare al trattamento delle malattie cardiovascolari.

Il progetto presentato da Giulia Magni ha l’obiettivo di studiare il ruolo di un supplemento dietetico a base di mais rosso arricchito in antocianine nella prevenzione della sclerosi multipla e di un sintomo comune ai pazienti che ne sono affetti: il dolore trigeminale e gli attacchi ricorrenti di emicrania. È noto infatti che le antocianine presenti in frutta e verdura possiedono proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, e sono in grado di modificare la composizione e le funzioni del microbiota intestinale, la complessa comunità di microorganismi che colonizza l’intestino dei mammiferi contribuendo al benessere generale dell’organismo. Il microbiota, tra le varie funzioni che svolge a livello fisiologico e patologico, è in grado di controllare le funzioni cerebrali attraverso il cosiddetto asse intestino-cervello. Dato che il microbiota può essere modulato con un approccio dietetico personalizzato per il trattamento di diverse malattie, il progetto di ricerca di Giulia Magni ha lo scopo di studiare il ruolo di un estratto di mais rosso arricchito in antocianine come adiuvante per rallentare o modificare la progressione della sclerosi multipla e di una delle sue comorbidità, il dolore trigeminale. In un modello sperimentale di sclerosi multipla, si valuterà se la somministrazione preventiva dell’estratto di mais rosso modifica il decorso della malattia, influenza positivamente l’asse intestino-cervello e riduce la neuroinfiammazione e l’autoimmunità. I risultati ottenuti metteranno in luce un possibile futuro approccio economico ed innovativo da impiegare non soltanto nella sclerosi multipla ma anche in altre patologie neurodegenerative.

Un riconoscimento ancora più sentito va ai sostenitori e ai volontari che contribuiscono ad alimentare le attività della Fondazione Veronesi che negli anni hanno permesso non solo di finanziare il lavoro di migliaia di giovani talenti, ma hanno contribuito a sostenere progetti di ricerca per il miglioramento e la tutela della nostra salute.

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