<<Mens sana in corpore sano>> dicevano saggiamente gli antichi romani, ed oggi a distanza di millenni, le neuroscienze sembrano confermarlo. Giovenale la sapeva lunga. Infatti questa sua citazione, spesso utilizzata nella forma sintetica può essere interpretata con una duplice chiave di lettura. Se da un lato Giovenale voleva criticare i suoi contemporanei latini che cercavano gloria, ricchezza e prestigio con ogni mezzo, facendo capire loro che tutto è effimero e ciò che conta è solo essere sani. Dall’altro lato può essere letta nella sua forma più salutistica per cui il benessere dell’individuo non può che essere frutto di un equilibrio tra la mente e il corpo, e dunque di una corretta “gestione” che ciascun individuo può e anzi deve fare delle proprie risorse.
Teoria che si riscontra anche nel modello biopsicosociale (Engel e Romano, 1977) dove c’è una continua interazione tra aspetti mentali e fisici che si influenzano reciprocamente determinando la nostra salute psicofisica. Secondo questo modello infatti le persone possono avere delle predisposizioni genetiche per una malattia, ma il fatto che un disturbo si scateni o meno dipende anche dall’influenza di fattori sociali e psicologici, i quali hanno un ruolo significativo nell’espressione fenotipica del genoma umano, che è la risultante di fattori epigenetici.
Al di là di queste considerazioni tra medicina e filosofia, è importante sottolineare che oggi uno dei principali nemici dell’uomo, soprattutto nei paesi occidentali, è la sedentarietà, per cui l’interpretazione migliore della frase “Mens sana in corpore sano” si potrebbe formulare con questa affermazione: per stare bene con sé stessi (e prevenire numerose malattie cronico-degenerative, dette altrimenti “non trasmissibili”) bisogna praticare uno stile di vita attivo.
Sono diversi, infatti, gli studi che riconoscono l’esercizio fisico come strumento fondamentale per ridurre l’impatto delle malattie croniche, tra cui la depressione.
La depressione è purtroppo una malattia che si tende spesso a banalizzare, e che rischia di generare sensi di colpa in chi ne soffre, ed una sorta di negazione del problema che induce imbarazzo nel parlarne. La depressione è una malattia e va curata, senza vergogna, e sono davvero tante le persone che hanno a che fare direttamente con essa. Solo in Italia la depressione colpisce tre milioni di persone, di cui oltre due milioni di donne.
Nel mondo sono oltre 300 milioni le persone che soffrono di depressione, tanto che questa è diventata la prima causa di disabilità a livello globale, e, secondo dati dell’OMS, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono circa 800mila le persone che ogni anno si tolgono la vita a causa di depressione. Può presentarsi con una grande varietà di sintomi che includono il sentirsi giù di morale, la svogliatezza, la perdita d’interesse per la maggior parte delle attività della giornata, l’aumento o la diminuzione dell’appetito e del peso, insonnia o ipersonnia, agitazione psicomotoria, affaticamento, deficit della memoria e pensieri suicidi. Inoltre, nelle persone con depressione aumenta la prevalenza delle malattie cardiometaboliche, come diabete e delle malattie cardiovascolari.
Da uno studio del Massachusetts General Hospital (MGH) pubblicato sulla rivista scientifica “Depression and Anxiety”, fare sport non solo fa bene alla linea e alla salute, ma allontana anche il rischio di soffrire di depressione anche se si è geneticamente predisposti. Lo studio ha coinvolto un campione di 8000 persone ed ha evidenziato che, anche per chi è geneticamente più predisposto a diagnosi di depressione, l’essere fisicamente attivo riduce il rischio di esserne colpiti.
Le varie evidenze scientifiche dimostrano quindi che essere fisicamente attivi può neutralizzare il rischio di futuri episodi nelle persone geneticamente esposte. Dati confermati anche da un recente lavoro, pubblicato sul British Journal of Sports Medicine, realizzato da un team della South Australia University, dove hanno analizzato 97 review per un totale di 1.039 trials con 128.119 partecipanti. Sono state incluse le revisioni sistematiche di studi randomizzati progettati per verificare gli effetti dell’aumento dell’attività fisica su depressione, ansia o disagio psicologico in una popolazione adulta. Da tale studio l’esercizio fisico è risultato essere 1,5 volte più efficace della psicoterapia o della terapia farmacologica nella gestione della depressione.
Molte persone che riescono ad integrare lo sport ai trattamenti farmacologi e alla psicoterapia ottengono un notevole miglioramento del tono dell’umore. Si pensa infatti che lo sport abbia un effetto positivo sul metabolismo del cervello e quindi anche sulla depressione stessa.
L’esercizio fisico infatti stimola numerose funzioni nel sistema nervoso, tra cui il rilascio di particolari peptidi antinfiammatori che rinforzano le difese del cervello nei confronti dei radicali liberi. Inoltre grazie all’attività fisica vi è una stimolazione dell’ossigenazione del cervello, che si traduce in un miglioramento delle funzioni mnemoniche e di pensiero. Altro aspetto importante da considerare è che essa provoca un’alterazione degli stati di coscienza, affinando l’attenzione e migliorando la presenza mentale. Durante l’attività fisica vengono rilasciati dei neurotrasmettitori come endorfine, neurotrofine ed endocannabinoidi, che hanno un effetto modulante sull’umore, generando stati di euforia che permettono di combattere efficacemente ansia e depressione.
Dunque come possiamo raggiungere una “Mens sana in corpore sano”? È semplice, basta applicare la ricetta degli antichi che include rinforzare il corpo, addestrare la mente ed elevare lo spirito.
In questo modo, come sostenuto da Socrate, potremmo anche scoprire di quali meravigliose cose è capace il nostro corpo.
REFERENZE SCHUCH, Felipe Barreto; STUBBS, Brendon. The role of exercise in preventing and treating depression. Current sports medicine reports, 2019, 18.8: 299-304 Singh B, Olds T, Curtis R, Dumuid D, Virgara R, Watson A, Szeto K, O'Connor E, Ferguson T, Eglitis E, Miatke A, Simpson CE, Maher C. Effectiveness of physical activity interventions for improving depression, anxiety and distress: an overview of systematic reviews. Br J Sports Med. 2023 Sep;57(18):1203-1209.
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