Dolore e Fragilità: un connubbio inseparabile?

La fragilità è la tendenza di alcuni materiali a deteriorarsi senza che vengano precedentemente deformati.

Tale definizione può essere estesa anche all’uomo, ed in particolare all’anziano. Ogni persona infatti è un soggetto complesso composto da varie dimensioni. Con l’invecchiamento si assiste ad una progressiva riduzione delle riserve funzionali che espongono l’individuo ad un’aumentata condizione di vulnerabilità, questo negli ultimi anni ha portato ad elaborare il concetto di fragilità.

La fragilità è una condizione clinica multifattoriale sempre più diffusa che non può essere di per sé definita come una malattia, ma bensì come una condizione di estrema vulnerabilità biologica e clinica: essa espone il paziente ad un maggior rischio di incorrere in malattie acute, ad essere ospedalizzato ed anche ad un più rapido decesso. Va però sottolineato che non tutti gli anziani sviluppano fragilità con la stessa intensità e con le stesse tempistiche, ogni individuo è un soggetto a sé stante!

Negli anziani fragili, un comune denominatore sembra essere il dolore cronico. Infatti, la presenza di dolore cronico persistente è molto frequente nella popolazione anziana, con una prevalenza superiore al 50%.  Molte malattie croniche, come l’artrosi, l’osteoporosi, la nevralgia posterpetica e il diabete sono associate alla presenza di dolore (i.e. nocicettivo, neuropatico o misto). Inoltre, il dolore cronico è spesso associato a stati di depressione, disturbo del sonno, diminuzione della funzionalità e riduzione della socializzazione, con un generale peggioramento della qualità della vita del paziente.

La presenza di dolore cronico sembra quindi essere un fattore predisponente la fragilità, suggerendo l’idea che una diagnosi precoce ed un trattamento efficace del dolore possano aiutare a prevenire lo sviluppo di fragilità. D’altra parte però il trattamento farmacologico del dolore cronico, sia con antinfiammatori non steroidei sia con oppiacei,  può a sua volta avere un impatto negativo nel paziente anziano. Con l’età si verificano infatti modificazioni fisiologiche che possono alterare sia la farmacocinetica che la farmacodinamica dei farmaci. Inoltre la presenza di comorbidità porta spesso ad utilizzare un numero elevato di farmaci con il rischio di interazioni/interferenze pericolose. 

Quindi, dato che dolore cronico e fragilità condividono substrati biologici comuni, quali infiammazione, neuroinfiammazione e attivazione del sistema immunitario, il nostro progetto di ricerca, finanziato da Fondazione Cariplo,  si pone l’obiettivo di indagare se un trattamento precoce ed efficace del dolore correli con un miglioramento/prevenzione della condizione di fragilità, attraverso una ricerca di tipo clinico e preclinico.


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