La mortalità in un soggetto affetto da diabete

Nel mondo è in corso una vera e propria “epidemia” di diabete (1). Nel 2017, ad esempio, la International Diabetes Federation ha stimato che le persone con diabete tipo 2 erano quasi 425 milioni (2). Nel 2015, circa 2 milioni di morti sono stati causati direttamente dal diabete (1). Quasi la metà di tutte le morti attribuibili al diabete si sono verificate in soggetti con età inferiore a 70 anni (3).

L’OMS prevede che il diabete sarà la settima causa di morte nel 2030, mentre nei Paesi industrializzati sarà la quarta causa, dietro alle malattie cardiovascolari, alle malattie cerebrovascolari ed ai tumori delle vie respiratorie, ma molto più avanti rispetto agli altri tipi di tumore o ad altre patologie croniche (4). In questo contesto, in un recente studio osservazionale finanziato dal governo svedese che ha coinvolto quasi 435.000 pazienti con diabete di tipo 2 ed oltre due milioni di controlli (non diabetici), è stato documentato che circa il 18% dei pazienti diabetici è deceduto dopo 5 anni di follow-up, a fronte di un 14% osservato nella popolazione generale, con un tasso di mortalità cardiovascolare significativamente superiore nel gruppo con diabete rispetto a quello di controllo (5). La mortalità associata al diabete è stata valutata anche in altre coorti di pazienti con diabete tipo 2. In Italia, ad esempio, i principali studi sono quello di Verona (Verona Diabetes Study) e quello di Casale Monferrato (6,7). In entrambi, è emerso chiaramente che il diabete tipo 2 si associa ad un’aumentata mortalità per tutte le cause (6,7). Le principali cause di morte sembrano essere nell’ordine: malattie cardiovascolari, tumori e malattie dell’apparato digerente (6,7). È interessante poi notare che, sia nello studio di Verona (6) che in quello di Casale Monferrato (7), l’eccesso di mortalità legato al diabete era maggiormente evidente nelle donne, suggerendo così che le pazienti diabetiche, pur avendo in termini assoluti un tasso di mortalità inferiore rispetto a quello osservato nei pazienti maschi, perdono gran parte del vantaggio di sopravvivenza femminile a causa della malattia.

Anche l’impatto della durata del diabete sulla mortalità sembra essere rilevante. Nel Verona Diabetes Study la mortalità era intorno al 25% nei primi 5 anni dalla diagnosi ed aumentava progressivamente fino a quasi al 70% dopo i 20 anni dalla diagnosi (6). Nello studio di Casale Monferrato, rispetto ai primi 10 anni dalla diagnosi, la mortalità era del 7% tra 10 e 19 anni e del 13% dopo i 20 anni (7). Analizzando il registro americano “First National Health and Nutrition Examination Survey” (NHANES I), Kleinman e collaboratori hanno altresì documentato un aumento di circa il 12% nella mortalità per tutte le cause per ogni 10 anni di durata del diabete. È importante quindi notare come l’eccesso di mortalità legato al diabete tipo 2 sia presente fin dalla diagnosi (8). Questo fenomeno potrebbe essere in parte dovuto al ritardo che si verifica tra l’instaurarsi della malattia ed il suo riconoscimento clinico; un ritardo che ammonterebbe a quasi 10 anni.

L’aspettativa di vita attuale per gli adulti con diabete tipo 1 non è ancora del tutto uguale a quella delle persone senza diabete. In uno studio prospettico di coorte basato sui dati dei Registri Nazionali Scozzesi di adulti di almeno 20 anni di età con e senza diabete, è stato documentato che le donne e gli uomini con diabete tipo 1 avevano un’aspettativa di vita, rispettivamente, 13 anni e 11 anni inferiore rispetto agli adulti non diabetici di pari età (9). In particolare, il 41% delle morti in questi pazienti erano dovute alle malattie cardiovascolari, a fronte di un 15% per cancro e di un 10% per le complicanze direttamente legate al diabete (9). 

Anche in presenza di valori di emoglobina glicata ottimali, il rischio di mortalità legato al diabete non è azzerato. Come suggerito da alcuni studi (10,11) pubblicati su riviste mediche prestigiose, la mortalità dovuta alle cause cardiovascolari rimane ancora alta nella popolazione affetta da diabete tipo 1 e tipo 2 che ha un adeguato controllo metabolico e non ha complicanze renali. Questo suggerisce che, ad oggi, abbiamo una terapia efficace, ma ancora non sufficiente. Pertanto, unitamente all’invito di usarla nel miglior modo possibile, è necessario sforzarsi quotidianamente per trovare strade definitive di cura.

In conclusione, la conoscenza della mortalità e delle sue cause nel diabete è fondamentale per migliorare la cura della malattia e per una corretta gestione delle risorse. A tale proposito, bisogna sempre tenere presente che il diabete è una malattia cronica e che l’investimento nell’assistenza diabetologica può consentire un notevole miglioramento della sopravvivenza e della qualità della vita dei pazienti affetti da questa patologia.

Alessandro Mantovani
Sezione di Endocrinologia, Diabete e Metabolismo, Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, Verona

Referenze

1. Chatterjee S, Khunti K, Davies MJ. Type 2 diabetes. Lancet 2017; 389: 2239–51. 

2. International Diabetes Federation. IDF Diabetes Atlas. 8th edn. Brussels: International Diabetes Federation, 2017.

3. Roglic G, Unwin N, Bennett PH, Mathers C, Tuomilehto J, Nag S, Connolly V, King H. The burden of mortality attributable to diabetes: realistic estimates for the year 2000. Diabetes Care 2005; 28: 2130-35.

4. https://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/diabetes

5. Tancredi M, Rosengren A, Svensson AM, Kosiborod M, Pivodic A, Gudbjörnsdottir S, Wedel H, Clements M, Dahlqvist S, Lind M. Excess Mortality among Persons with Type 2 Diabetes. N Engl J Med 2015; 373: 1720-32.

6. de Marco R, Locatelli F, Zoppini G, Verlato G, Bonora E, Muggeo M. Cause-specific mortality in Type 2 diabetes. The Verona Diabetes Study. Diabetes Care 1999; 22: 756-761.

7. Bruno G, Bargero G, Vuolo A, Pisu E, Pagano G. A population-based prevalence survey of known diabetes mellitus in Northern Italy based upon multiple independent sources of ascertainment. Diabetologia 1992; 35: 851-856.

8. Kleinman JC, Donahue RP, Harris MI, Finucane FF, Madans JH, Brock DB. Mortality among diabetics in a national sample. Am J Epidemiol 1988; 128: 389-401. 

9. Livingstone SJ, Levin D, Looker HC, Lindsay RS, Wild SH, Joss N, Leese G, Leslie P, McCrimmon RJ, Metcalfe W, McKnight JA, Morris AD, Pearson DW, Petrie JR, Philip S, Sattar NA, Traynor JP, Colhoun HM; Scottish Diabetes Research Network epidemiology group. Scottish Renal Registry Estimated life expectancy in a Scottish cohort with type 1 diabetes, 2008-2010. JAMA 2015; 313: 37-44.

10. Writing Group for the DCCT/EDIC Research Group. Association between 7 years of intensive treatment of type 1 diabetes and long-term mortality. JAMA 2015; 313: 45-53.

11. Lind M, Svensson AM, Kosiborod M, Gudbjörnsdottir S, Pivodic A, Wedel H, Dahlqvist S, Clements M, Rosengren A. Glycemic control and excess mortality in type 1 diabetes. N Engl J Med 2014; 371: 1972-82.

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