Risultati della ricerca sul dolore neuropatico

Ciao a tutti, eccomi qui… manca poco alla fine di questo progetto ed i risultati ottenuti fino ad ora sono molto interessanti e meriterebbero di essere ulteriormente approfonditi ed inseriti in un contesto ancor più ampio. Tirando le somme, con questo studio abbiamo dimostrato che il sistema delle prochineticine, una famiglie di chemochine recentemente identificata, è coinvolta nello sviluppo di dolore neuropatico che si sviluppa in seguito al trattamento con farmaci chemioterapici.

I risultati sperimentali sono stati ottenuti con due farmaci antitumorali comunemente associati in clinica allo sviluppo di neuropatia: il Bortezomib e la Vincristina. Il sistema delle prochineticine sembra essere differentemente coinvolto nei due modelli.

Bortezomib sembra essere più coinvolto in una fase di mantenimento e progressione del dolore, mentre Vincristina sembrerebbe essere coinvolta anche nelle fasi iniziali dello sviluppo di dolore. In entrambi i casi tuttavia il blocco farmacologico dei recettori delle prochineticine è in grado di contrastare la sintomatologia dolorosa e la neuroinfiammazione associata al trattamento antitumorale.

I risultati ottenuti con Bortezomib sono ora al vaglio dei revisori in quanto sottomessi ad un’importante rivista di settore, speriamo in bene! I dati di Vincristina devono essere rifiniti, ma anche essi saranno presto sottomessi per un’altra pubblicazione.

Approfitto di questo post per ringraziare ancora una volta il mio Ente finanziatore Fondazione Cariplo per avermi dato incondizionatamente l’opportunità di lavorare su questo progetto. 


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Una risposta a “Risultati della ricerca sul dolore neuropatico”

  1. […] Abbiamo quindi voluto verificare, grazie all’utilizzo di un modello sperimentale, quali fossero le differenze nello sviluppo di CIPN utilizzando due farmaci antineoplastici completamente differenti: Bortezomib, un inibitore del proteasoma 26S, e Vincristina, che bloccando la polimerizzazione dei microtubuli causa un arresto delle cellule  nella mitosi e quindi la morte delle stesse.  I due farmaci appartengono a due generazioni completamente diverse, infatti mentre l’uso di Bortezomib è stato approvato dall’US FDA nel 2003, quello della Vincristina risale agli anni “60. Quello che abbiamo osservato è che entrambi i farmaci inducono lo sviluppo di ipersensibilità nel nostro modello, con presenza, come accade nei pazienti, sia di allodinia che di iperalgesia. Questi sintomi sono correlati alla dose cumulativa del chemioterapico, ovvero con il passare dei giorni di trattamento si assiste ad un peggioramento della sintomatologia dolorosa. Dal punto di vista biochimico abbiamo osservato come i tessuti principalmente coinvolti nella trasmissione del segnale doloroso (nervi, gangli della radice dorsale e midollo spinale) sono caratterizzati dalla presenza di un profilo pro-infiammatorio sostenuto probabilmente dall’attivazione macrofagica e gliale.  La  CIPN è caratterizzata non solo da una forte neuroinfiammazione, ma come già anticipato, anche dalla presenza di un’alterazione a livello neuronale; per questo motivo abbiamo deciso di iniziare ad approfondire questo aspetto utilizzando un modello in vitro rappresentato da colture di neuroni di ganglio radicolare dorsale. Nei nostri esperimenti, abbiamo osservato come entrambi i farmaci chemioterapici hanno un forte effetto tossico sulla componente neuronale. Infatti, i neuroni trattati con diverse concentrazioni di Bortezomib e Vincristina sono caratterizzati da una riduzione dose dipendente della lunghezza ma anche del numero di processi, parametri che possono essere correlati ad un’alterata segnalazione neuronale.Oltre ad aver valutato questi aspetti generali della patologia, riguardanti la tossicità e la neuroinfiammazione, il focus di questo progetto è stato quello di investigare il ruolo del sistema delle prochineticine nello sviluppo e nel mantenimento della CIPN. In quanto questo sistema, coinvolto in neuropatie di diversa eziologia, rappresenta un ponte tra la componente immunitaria e quella neuronale come già raccontato da Silvia in precedenti articoli (1, 2). […]

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