“Sopra il DNA” c’è di più: studiare i meccanismi epigenetici nella lotta contro l’obesità e il diabete

Il mondo occidentale sta invecchiando: una recente ricerca ISTAT rivela che l’età media della popolazione italiana è 44,7 anni ma si prevede che nel 2065 questa arriverà circa a 50,1 anni. Letteralmente la ricerca dice che “il processo di invecchiamento della popolazione è da ritenersi certo e intenso”.

Se da un lato l’invecchiamento è un processo naturale, d’altro canto è noto che con l’avanzare dell’età aumentano i problemi di salute. Tra i più comuni troviamo le malattie cardiovascolari e le loro complicanze, che costituiscono infatti una delle principali cause di morte, anche in Italia. In questo contesto, l’obesità e il diabete sono importanti fattore di rischio per lo sviluppo di queste malattie. Per favorire quello che viene chiamato “invecchiamento in salute” (healthy aging), la ricerca biomedica in questo campo si sta molto focalizzando allo studio di queste patologie.

Un’area d’interesse relativamente recente è la cosiddetta “epigenetica”.  Cerchiamo di spiegare in termini semplici questo concetto: i meccanismi epigenetici sono, per definizione, tutti quei processi attraverso cui viene regolata la funzione del genoma senza modificare la sequenza di nucleotidi di cui è composta. Questa funzione viene compiuta da proteine con particolari funzioni: ci sono gli “scrittori” che attaccano delle molecole “segnale” al DNA o alla cromatina, la struttura proteica intorno al quale il DNA è avvolto; ci sono i “lettori” che decodificano questo vero e proprio codice epigenetico in uno specifico risultato ed infine proteine “gomma” cancellano le molecole epigenetiche, annullandone gli effetti. Questi meccanismi vengono ad oggi molto studiati perché si è scoperto che le cellule li usano per adattare la propria funzione in base agli stimoli ambientali e che questa informazione può essere trasmessa attraverso le varie generazioni.

A questo proposito, un caso molto studiato è quello della Carestia Olandese dell’inverno 1944: si è, infatti, scoperto che i soggetti nati da madri incinte durante la carestia avevano una più alta incidenza di malattie cardiovascolari, obesità ed altre patologie metaboliche, tra cui intolleranza al glucosio. Quindi, il regime alimentare e lo stile di vita possono modificare la funzione dell’organismo proprio attraverso meccanismi epigenetici.

La nostra ricerca, finanziata da Fondazione Cariplo, si propone di studiare come l’adozione di diete ricche di grassi possa alterare la funzione epigenetica nel tessuto adiposo e come, di conseguenza, questo possa contribuire ad alterare la funzione dell’organismo fino allo sviluppo di insulino-resistenza e diabete.

La comprensione più approfondita di questi meccanismi molto complessi potrebbe in futuro consentire di mettere a punto nuove strategie terapeutiche nella lotta contro il diabete e l’obesità ma anche individuare potenziali fattori di rischio “epigenetici” che potrebbero aiutare nell’altrettanto importante prevenzione di queste patologie.

https://www.istat.it/it/files/2017/04/previsioni-demografiche.pdf

The Dutch famine and its long-term consequences for adult health
Tessa Roseboom , Susanne de Rooij, Rebecca Painter
Early Human Development 2006 82, 485— 491

Persistent epigenetic differences associated with prenatal exposure to famine in humans
Bastiaan T. Heijmans, Elmar W. Tobi, Aryeh D. Stein, Hein Putter, Gerard J. Blauw, Ezra S. Susser, P. Eline Slagboom and L. H. Lumey
PNAS 2008 November, 105 (44) 17046-17049.

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Commenti

Una risposta a ““Sopra il DNA” c’è di più: studiare i meccanismi epigenetici nella lotta contro l’obesità e il diabete”

  1. […] vi abbiamo accennato nei precedenti post, nel nostro laboratorio ci occupiamo di studiare la regolazione epigenetica del metabolismo in […]

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