Valutare il rischio cardiovascolare nella popolazione: incontro tra beneficio per il paziente, per la popolazione e per la comunità scientifica

Le malattie cardiovascolari rappresentano oggi la principale causa di morbilità e mortalità nella popolazione italiana. La necessità di ottimizzare le risorse economiche pubbliche in campo sanitario e la spinta ad investire denaro pubblico per interventi che siano mirati ai soggetti che più ne beneficeranno sono argomenti di grande interesse sia dal punto di vista medico‐legale che dal punto di vista sociale.Al contempo, benché in ambito farmacologico siano stati raggiunti negli ultimi anni traguardi sempre più elevati, la ricerca (per sua stessa definizione) non può e non deve fermarsi. Abbiamo ancora molto da imparare per vivere meglio.

Proprio per ottimizzare l’utilizzo delle risorse disponibili, è evidentemente necessario conoscere i livelli di rischio cardiovascolare dell’intera popolazione.

Con questo obbiettivo nasce lo studio PLIC (progressione delle lesioni intimali carotidee), uno studio epidemiologico prospettico che a oggi ha coinvolto oltre 2.600 soggetti afferenti all’area Nord di Milano, seguiti in un follow-up di oltre quindici anni presso il Centro per lo Studio dell’Aterosclerosi, con il supporto della Società Italiana per lo Studio della Arteriosclerosi (www.sisa.it).

Le informazioni raccolte nel corso di questi anni su questa casistica sono inoltre impiegate per lo studio di differenti tematiche di ricerca, finanziate dalla Fondazione Cariplo, tutte con l’obiettivo di comprendere i diversi meccanismi che stanno alla base del complesso fenomeno dell’aterosclerosi e delle malattie cardiovascolari.

Questa vision ha posto il razionale per la struttura dello studio PLIC. Sono state effettuate numerose visite di controllo seriali nel corso degli anni, raccogliendo informazioni sulla storia clinica, patologica e farmacologica, personale e famigliare di ogni singolo partecipante. Lo studio prevede anche la raccolta di campioni di sangue per determinazioni di biochimica clinica e di genetica; la valutazione ecografica dello spessore medio-intimale carotideo (IMT), quale noto marcatore pre-clinico di aterosclerosi; la quantificazione della deposizione di tessuto adiposo in regione addominale attraverso metodica DEXA (Energia Duale a raggi-X), associata con il rischio cardiovascolare. Attraverso l’attività dell’Ambulatorio di Dietistica nello stesso Centro sono state raccolte nel tempo le informazioni circa le abitudini alimentari e dello stile di vita di tutti i partecipanti, avvalendosi di validati parametri clinici (vedasi il questionario di aderenza alla Dieta Mediterranea PREDIMED).

Tutte queste informazioni, integrate tra loro, hanno permesso di calcolare (e tracciarne l’andamento nel tempo) del rischio cardiovascolare, secondo l’algoritmo SCORE accettato internazionalmente.

Come già testimoniato da diversi anni, la progressiva esecuzione dello studio apporta benefici sia individuali sia per l’intera popolazione in tutte le componenti rilevanti (cittadini, medici di medicina generale, farmacisti, amministratori pubblici).

Infatti, questo studio ha rappresentato fino ad oggi:

  • un mezzo di identificazione e mappatura della presenza di fattori di rischio per malattie cardiovascolari e altre patologie croniche
  • un supporto allo sviluppo di strategie economicamente sostenibili per la prevenzione di tali patologie e per l’ottimizzazione della loro gestione quando presenti
  • uno strumento divisibilità medico‐scientifica come potenziale modello virtuoso per una gestione sanitaria sostenibile

La possibilità di esplorare la distribuzione dei fattori di rischio cardiovascolare noti e di altre caratteristiche associate al profilo di salute e di studiarne le associazioni trasversali e longitudinali con le patologie cardiovascolari e con altri stati patologici costituisce un’occasione unica. Infatti questo approccio permette di approfondire le conoscenze in questo ambito e di identificare strumenti che possano supportare la prevenzione, la personalizzazione delle terapie e l’ottimizzazione del loro effetto, anche in una logica socioeconomica.

Sulla scia di questa esperienza, grazie al contributo della Società Italiana per lo Studio Arteriosclerosi, stiamo estendendo l’indagine epidemiologica oltre la realtà milanese, al fine di investigare in maniera più approfondita l’impatto dell’esposizione a differenti fattori di rischio cardiovascolare, ma di questo peleremo in un prossimo post.

Chiodo L et al. “Profilo Cardio-metabolico in una coorte lombarda: Lo Studio PLICGiornale Italiano di Farmacoeconomia e Farmacoutilizzazione 2017;9 (2): 35-53.

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