La ricerca è anche cuore e ispirazione

Quest’anno festeggerò diciannove anni di onorata carriera presso il DiSFeB, praticamente metà della vita che ho vissuto, e posso dire con cognizione di causa che sono cresciuta umanamente e professionalmente respirando ricerca ovunque, anche soltanto attraversando i corridoi. Vi tranquillizzo subito, non sto scrivendo per raccontarvi la storia della mia vita – dal momento che annoierebbe anche me – ma perché ho trovato il coraggio di provare a spiegare cosa significa la parola ricerca per chi ricercatore non è.

Ieri ho avuto la possibilità di partecipare a un evento che si è tenuto presso il Piccolo Teatro Studio Melato di Milano, dal titolo: “Una grande passione per la ricerca”, organizzato da Fondazione Cariplo. La Fondazione aveva come obiettivo quello di festeggiare e contestualmente ringraziare tutti coloro che negli anni si sono adoperati per scrivere e pubblicare i bandi e i ricercatori che hanno provato a mettersi in gioco presentando le proprie idee e riuscendo a ottenere un finanziamento.

L’evento ha visto gli interventi di Carlo Mango, direttore dell’Area ricerca scientifica e trasferimento tecnologico di Fondazione Cariplo, di Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto clinico Humanitas e membro della Commissione centrale di beneficenza di Fondazione Cariplo e del mitico Giuseppe Guzzetti, presidente di Fondazione Cariplo. Alcune performance teatrali, che hanno portato in scena idee espresse da grandi scienziati, quali Louis Pasteur, Camillo Golgi, Galileo Galilei e Niccolò Copernico, hanno completato il quadro.

Io, che per natura e per deformazione professionale considero i numeri i miei più fedeli compagni di vita, non vi racconterò di come sono rimasta impressionata dai numeri stratosferici presentati da Carlo Mango, che sono certa non me ne vorrà, ma voglio condividere con voi l’emozione che ho provato ascoltando le parole di Giuseppe Guzzetti. Il trasporto, la forza, la passione di chi, nonostante la lunga esperienza, ci crede ancora, di chi ha già fatto tanto per la ricerca e per i ricercatori, ma sa che non è comunque mai abbastanza e soprattutto ha ancora tanta voglia di fare. Mentre sentivo le sue parole, pensavo tra me e me: “Io i risultati di questo impegno da parte di Fondazione Cariplo e di tutti gli Enti che sostengono la ricerca li vedo tutti i giorni, e non parlo solo di numeri. Io quella passione la conosco; ho la fortuna – perché ve lo devo dire, mi sento fortunata – di incontrarla negli occhi di un dottorando a cui è venuto bene un esperimento, di un ricercatore che è riuscito a pubblicare un articolo dopo un anno di tira e molla e di revisioni e ancora nella gioia di un docente a cui riesco a comunicare per prima che il suo progetto è stato finanziato”. A partire dal 20 dicembre, ogni anno da molti anni, il mio browser è sempre aperto sulla home page di Fondazione Cariplo. Al di là dei numeri, che sono le fondamenta di ogni impresa scientifica, per me la ricerca è anche fatta di cuore e di ispirazione. Proprio per questo motivo, ringrazio Giuseppe Guzzetti, che non poteva trovare parole migliori per esprimere questo concetto, e ringrazio anche i ricercatori del mio dipartimento, che non mi hanno mai considerata un corpo estraneo al sistema della ricerca, ma un piccolo pezzetto in qualche modo utile all’insieme.

Vi lascio con la stessa frase con cui Guzzetti ha concluso il proprio intervento: “Dobbiamo dare un futuro ai bambini, speranza ai giovani e serenità agli anziani”.

Prima di essere un dipendente della Statale, sono una cittadina come tanti e come tale, oggi più che mai, mi sento di dire che la ricerca c’è, fa e va sostenuta.


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